sabato 29 gennaio 2011

Dibattito sui beni comuni a Sassari

Università di Sassati , Turritana 52, Ass. E. Berlinguer

TI INVITANO

all'incontro - dibattito
con Paolo Cacciari
curatore di La società dei beni comuni,
Ediesse, 2010

PENSARE E AGIRE I BENI COMUNI


Sassari giovedì 3 febbraio

ore 17,00 – 20,00

Facoltà di Scienze Politiche - Aula Rossa, V.le Mancini 5


Introduce e coordina

Maria Grazia Giannichedda
docente di sociologia dei fenomeni politici

Intervengono

Romina Deriu, docente di teoria sociologica e ricerca sociale

Giampaolo Mameli, Ass.ne E. Berlinguer, presidente comm. urbanistica Comune di Sassari

Antonietta Mazzette, docente di sociologia urbana

Sergio Scavio, Ass.ne Turritana52, presidente comm. cultura
Comune di Sassari

Carlo Usai, Banca popolare Etica - Sardegna

DIBATTITO

conclude Paolo Cacciari

venerdì 26 marzo 2010

Riunione

Associazione per la Sinistra unita e plurale
(Sassari)

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Riunione

Martedì 30 marzo, ore 19

c/o sede Associazione E. Berlinguer

Via Oriani 31 - Sassari

In programma:

La sinistra alle prossime elezioni amministrative:
per costruire una vera alternativa alle destre


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Comunicato di Rete@Sinistra


Riprendiamoci la primavera, a sinistra
Una campagna elettorale così non si era mai vista. E non avremmo voluto vederla
Corruzione diffusa e incompetenza, regole che cambiano “interpretazione” a seconda delle necessità del potere. Preminenza degli esecutivi, poteri eccezionali, disprezzo delle forme minime di garanzia democratica – considerate lungaggini burocratiche di disturbo al manovratore, non strumento di partecipazione e controllo – trasformano la politica del fare nel fare affari con la politica, aggravando la crisi della democrazia costituzionale. Mentre il mondo del lavoro è sempre più precarizzato ed impoverito e prosegue la devastazione ambientale del territorio, la società intera viene drammaticamente impaurita e frammentata, spinta alla ricerca del nemico interno, all'odio per ogni diversità. Il centrodestra si mostra per quello che è: stato d'eccezione permanente, cura delle “relazioni” come scambio di favori, disprezzo delle norme - specchio inguardabile di una certa Italia. Non di tutta.
Sinistra marginale
Esiste altro e ogni tanto appare chiaro e forte. Un desiderio di democrazia e di etica che si incontra nelle piazze, nelle reti, nei tanti luoghi della comunicazione diffusa e informale. Una percezione dell'emergenza sociale ed economica che sale sui tetti e scende nelle strade costruendo momenti di lotta e comunità di resistenza. Ma a questo bisogno non ci sembra sappia ancora rispondere una sinistra che anche in questi mesi non riesce ad articolare un discorso e una proposta all'altezza dell'emergenza, né ad intercettare e rappresentare quella richiesta di democrazia radicale che è espressa dal popolo viola, da quello giallo del primo marzo, da quello di tutti i colori di tutti i giorni. Niente di nuovo sul terreno della formazione delle liste e dei programmi, né alcuna presenza efficace sul terreno del conflitto sociale. Di questa marginalità è ultimo specchio drammaticamente impietoso il silenzio sulla gestazione durata due anni dell’aggiramento dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Ciascuno dei pezzi vari della sinistra sopravvissuto al cataclisma dell'Arcobaleno ha intanto continuato a proporsi come unico inizio giusto, possessore di marchio vincente. Ma secondo noi non si trattava di presentare sul mercato delle scelte elettorali l'offerta migliore, il simbolo più simbolico, il leader più carismatico. Né di sommare in cartelli vari gruppi dirigenti in cerca di conferma – con relative spartizioni. Non si tratta di esistere solo sul terreno elettorale, dove è comunque importante sconfiggere le destre, e che le forze di sinistra nel loro variegato insieme riescano ad affermarsi nelle prossime elezioni regionali. Sussistere e resistere resta tuttavia un minimo necessario quanto ampiamente insufficiente.

Noi proponiamo di cercare ancora. Provare un'altra strada
Un soggetto politico della sinistra dovrebbe costruire relazioni sociali e tessuto politico della collettività, leggerne bisogni e desideri, offrire spazi e forme per una presa di parola che sia narrazione di sé e relazione collettiva, per dare voce a quegli anticorpi culturali e politici che pure la disgregazione neoliberista produce. È tutta la dimensione di conoscenza e teoria, relazionale ed esistenziale della sinistra che occorre ricostruire. La stessa rappresentanza non può essere vissuta come voce istituzionale di una società altrimenti muta – al contrario come strumento di servizio e dialogo per un tessuto politico vivo dentro e fuori le istituzioni.
Un soggetto politico nuovo della sinistra come spazio aperto e condiviso di riflessione e pratiche
Solo una forma nuova del soggetto politico, capace di contenere le diversità perché definisce regole democratiche del confronto - e ne fa crescere il desiderio - può permettere di costruire una casa comune, dalle porte e dalle finestre spalancate sul mondo, che sia all'altezza del disastro attuale e che sia anche in grado di affrontare la prossima scadenza elettorale delle politiche 2013. Riconoscendo tutte le storie e tutte le appartenenze senza abiure, senza più perdersi però in mediazioni povere di senso fra sigle, simboli, piattaforme senz'anima, gruppi dirigenti. Una comunità politica a rete confederativa territoriale, che rifiuti il professionismo politico, le strutture gerarchiche piramidali, le decisioni sequestrate dai vertici. Tessendo con pazienza e “cura” partecipazione creatività e relazioni interpersonali finalmente nuove e decenti. La storia dei partiti del novecento è ricca di luci e di ombre, ma è storia di vita di uomini e donne, un processo straordinario di autoeducazione alla politica e alla democrazia. Per riportare la vita nella democrazia, la democrazia in vita, occorre oggi immaginare spazi, tempi e forme dell'agire collettivo e del coinvolgimento personale molto diverse probabilmente da quelle che abbiamo conosciuto. Abbiamo tutte/i meno certezze nel futuro, nessuna possibilità di rimandare alla conquista del potere e al sole dell'avvenire le speranze di giustizia e di liberazione. Per vivere con questa incertezza, facendo del desiderio di politica una forza che attraversa e supera il disincanto, occorre un di più di rispetto reciproco, di ricerca comune, laicità, solidarietà. Libertà.
La cupezza allarmante del quadro ci chiama ad un salto di qualità, che dia un senso al processo costituente di un soggetto politico nuovo della sinistra.
Rete@Sinistra invita su questo tutte e tutti a confrontarsi in una “due giorni”
a Firenze venerdì 23 e sabato 24 aprile- info:
http://www.forumsinistra.it/web/

giovedì 3 dicembre 2009

Adesione

Manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi

5 dicembre

Tutti in piazza contro le leggi ad personam



L'Associazione per la Sinistra unita e plurale di Sassari aderisce alla manifestazione

domenica 15 novembre 2009

Riunione

Associazione per la Sinistra unita e plurale

(Sassari)

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Riunione

Giovedì 19, ore 19

c/o sede Associazione E. Berlinguer

Via Oriani 31 - Sassari

E' in programma la discussione dei documenti preparatori

riguardanti l'iniziativa di Firenze (21-22 novembre)

lunedì 9 novembre 2009

Prende forma la Rete della sinistra

L'Associazione per la sinistra unita e plurale di Sassari
è fra i promotori dell'incontro.


Le compagne e i compagni disponibili a partecipare possono mettersi in contatto con noi entro lunedì 16.

sxunita@gmail.com

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::::::: L'appuntamento di Firenze 21-22 Novembre ::::::::

Firenze, Casa del Popolo di San Bartolo a Cintoia,

Via di San Bartolo a Cintoia, 95

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Come evidenzia il testo per punti che promuove l’incontro nazionale, il tema della forma della politica, vale a dire delle pratiche agite, delle relazioni che vi si intrecciano, delle modalità che si adottano, ha assunto nel tempo una obiettiva centralità.
La crisi della sinistra viene da lontano. È mancata una adeguata comprensione dei mutamenti sociali prodotti dall’era del capitalismo globalizzato che ha cambiato se stesso e la faccia del mondo mostrando, ancora una volta straordinaria capacità “rivoluzionaria.
La sinistra, invece, non ha saputo proporre una diversa e praticabile prospettiva di cambiamento, capace di muovere passioni e ragioni di milioni di donne e uomini, come in passato il movimento operaio era riuscito a fare.
La crisi della sinistra non si manifesta e si consuma solo su questo piano, ma è innegabile, perché lo testimonia un gran numero di donne e uomini che da anni reclamano una radicale inversione di rotta, che i sentimenti di rabbia, di sfiducia, di rassegnazione, di doloroso abbandono, trovano nel tema del rinnovamento delle forme della politica la loro principale motivazione.
Neppure le catastrofiche sconfitte subite da tutte le formazioni politiche della sinistra sono riuscite ad innescare un profondo ripensamento e ad avviare visibili processi di autoriforma. Anzi, nei diversi tentativi di ridefinizione e di rilancio che da quelle sconfitte hanno preso il via, continua ad essere rimosso o, quanto meno, costantemente rinviato, proprio il punto che più vistosamente ha segnato la rottura fra le volontà di tante persone e il modo di farsene interpreti di coloro che avrebbero dovuto rappresentarle e dare loro nuovi impulsi.
Ecco perché intendiamo partire dalle forme della politica.
Se non si ridiscute dalla radice l’idea stessa della rappresentanza, se non si sperimentano e progressivamente si consolidano modalità di autentica e decisionale partecipazione, se non si adottano con il massimo rigore tutte le misure che impediscano il ricostituirsi di ceti burocratici e di status privilegiati, se non si fa vivere un luogo di impegno comune per un progetto condiviso come un luogo di libertà dove vive il primato della persona, se non si intende la ricerca paziente e serena della mediazione come il lavoro tenace cui tutte e tutti concorrono solo in quanto portatrici e portatori di idee, se non si restituisce a questo luogo una forza di attrazione che viene prima di tutto dal più assoluto e sincero rispetto reciproco nelle relazioni umane, se non si è capaci di questo, pensiamo che nessuna sinistra nuova vedrà la luce.
Siamo consapevoli che la costruzione di un soggetto politico con questi tratti, ancora prima che nuove regole di comportamento, richiede che ciascuna e ciascuno rifacciano proprio il senso profondo della politica come azione collettiva e individuale per la libertà della persona umana.
E come questo sia un processo di lungo periodo, tanto più in una fase in cui la cultura dominate spinge nella direzione opposta. Ma tale consapevolezza non ci può esimere dall’introdurre e dal provare a sperimentare tutti gli accorgimenti e le innovazioni che aiutino ad avvicinarsi all’obiettivo, per quanto modesti possano apparire.
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BOZZA DI SVOLGIMENTO DEI LAVORI

Sabato 21 NOVEMBRE
ore 10-11 Presentazione dell’iniziativa. Due interventi dei gruppi presenti fin dall’inizio, due/quattro di gruppi/persone aderenti successivamente.
Indicativamente gli interventi di chi ha avviato il percorso devono illustrare le due linee di lavoro su cui si articola la Due giorni: 1) la riforma della politica e 2) i temi su cui aggregare la sinistra, cioè l’agenda.
Sulla riforma della politica si arriva con un documento aperto e per la maggior parte del tempo si lavora in gruppi. Sull’agenda si può arrivare anche con documenti diversi e non confrontati prima e si lavora prevalentemente in plenaria..
Si comincia con la riforma della politica, con una tecnica mista fra Town meeting e Open Space.
Del primo si assume la relativa rigidità dei gruppi formati non spontaneamente, del secondo la redazione del report, che esalti al massimo la responsabilità collettiva, con il minimo di delega a chi ha “facilitato” il lavoro del gruppo.
11-15,30 Si lavora per gruppi e/o tavoli. Ciascun gruppo ha come tema il doc. nel suo insieme e può affrontarlo tutto o in parte. I gruppi sono composti casualmente, al momento dell’iscrizione, prevedendo un numero medio di 10 persone, max 15.
Non c’è pausa-pranzo ma un buffet a cui si può accedere dalle 13 alle 14,30 circa, sia individualmente che facendo catering per un intero gruppo.
Se il dibattito sul documento si arena, si può cambiare argomento (anticipando il lavoro sull’agenda, per esempio). Chi sente che il gruppo non lo interessa più, può spostarsi in un altro, senza però superare il limite delle 15 persone. Chi fin dall’inizio pensa di non riuscire bene a lavorare nel gruppo in cui è capitato, p. es. per la presenza di persone con cui sa di non interagire positivamente, (spero che quest’affermazione non scandalizzi nessuno, ma può succedere più di quanto non si pensi) può cambiare gruppo.
Ciascun gruppo individua al suo interno le persone a cui far ricoprire le seguenti funzioni: facilitare il dialogo/dibattito; prendere appunti. La disponibilità di un Pc può essere utile.
Il tavolo/gruppo si scioglie avendo comunque definito il report del proprio lavoro: questa funzione non deve essere delegata.
15,30-16 Pausa

16-18 In contemporanea si svolgono:
a. la riunione di due persone per gruppo (possono essere o no quelle che hanno ricoperto nel gruppo le funzioni sopra indicate) con l’obiettivo di redigere un report che costituisca il documento da sottoporre il giorno dopo alla plenaria;
b. l’assemblea plenaria che comincia a lavorare sull’agenda.
Si prevede di chiudere alle 18, sia perché molte delle strutture contattate per la sede ci pongono problemi di orario, ma soprattutto per lasciare uno spazio di relazioni non tutte predefinite e formalizzate.

Domenica 22 NOVEMBRE
10-11 Conclusione sul tema della riforma della politica
Si lavora in plenaria sulla base del documento emerso dai lavori del pomeriggio. Obiettivo è assumere alcune decisioni collettive, sulla forma che la rete dovrà assumere, oltre che sulla forma delle relazioni/alleanze che stabilirà con altri soggetti.
11-13,30 Ripresa della discussione sull’agenda, sempre in plenaria. Obiettivo è individuare alcuni temi prioritari su cui lanciare campagne ecc.
13,30-14 Nomina di un gruppo di contatto nazionale.
Ogni associazione/gruppo aderente può indicare due nomi (un uomo e una donna), fra i quali nomi se ne estraggono a sorte ( da decidere numero e criteri per avere copertura geografica) Il gruppo di contatto dura in carica 4-6 mesi (dubbio: fra 4 mesi si fa un’altra estrazione? dove e come?); comunque meglio 6 per coerenza con la base logistica.
Nomina di un’associazione/gruppo che, per 6 mesi, faccia da base logistica. Anche qui si estrae a sorte tra i disponibili.


Tutte le informazioni sono sul sito:


Primi PROMOTORI
Sinistraplurale Umbra (Perugia), Associazione per una Sinistra Unita e Plurale Firenze (Firenze), Associazione “Franco Sartori” (Genova), Potenzattiva ( Potenza), Associazione per la Sinistra di Como ( Como), Associazione politico culturale Sinistra Euromediterranea, Sinistra per Capannori ( Lucca), Associazione per la Sinistra di Macerata (Macerata), Associazione per la Sinistra di Imola (Imola), Associazione A Sud, Associazione x sinistra unita e plurale Sassari ( Sassari), Forum per una Sinistra Unita e Plurale della Bergamasca ( Bergamo), Rete per la Sinistra Liguria,
Adesioni

Marco Tallarico (Siena), Angela Mancuso, Antonello Sechi, Lorenzo Fioramonti, Giuseppe Bagni (Firenze), Carlo Peruzzi, Antonella Zarantonello, Chiara Giunti (Firenze), Luciano Mignoli (Bassano del Grappa), Silvano Righi (Modena), Marco Sodi (Firenze), CANTIERE Umbria di Giove (Terni), Associazione per la Sinistra di Perugia, Paola Bandicchi (Città di Castello), Giuseppe Pesciaioli (Nocera Umbra - PG), Gianpaolo Rosato (Roma), Filippo Zolesi (Firenze), Eugenio Pari (Rimini), Marzia Biagiotti (sinistra plurale umbria, perugia), Paolo Cacciari, Paul Ginsborg, Piero Di Siena, Paolo Baffari, Stefanucci Dario (perugia), Patrizio Santi (perugia), Savino Savini (Foligno). Gentedisinistra Ferrara.

domenica 5 luglio 2009

Appuntamenti

martedì 16 giugno 2009

riunione

Attenzione
La riunione di mercoledì 17 è rinviata a

Lunedì 22, ore 19:00

presso la sede dell'Associazione Berlinguer
via Oriani 31, Sassari

Ci scusiamo del contrattempo